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28 ottobre 2015 0:41 — 0 Commenti

Addio a Carlotta, la Pasionaria di Giovannino Guareschi

Carlotta Guareschi

 

RONCOLE VERDI (Busseto, 27 ottobre 2015) – “Vorrei dire tra me e te alcune cose, Carlotta”. Don Adriano, parroco di Roncole Verdi, scende dall’altare e si avvicina alla bara di legno chiaro e la carezza. Per uno scherzo del destino lì sta Carlotta Guareschi, la Passionaria di tante storie del Corrierino delle Famiglie, del settimanale Candido e, prima ancora, di Diario Clandestino, scritto da Giovannino Guareschi ai tempi dell’internamento in Germania, ancor prima di conoscerla per lei che “aveva fretta di venire al mondo”. Si è spenta a 72 anni, la figlia del padre di don Camillo e Peppone, dopo tre mesi di lotta contro la malattia. “Ho compreso perché sin da piccolo tuo padre, il nostro Giovannino, ti chiamava la Pasionaria. Per la tua vita e per la tua fede. E per questo Pasionaria lo sei ancora per la tua famiglia. Se Guareschi ti chiamò così è perché aveva colto la tua essenza. Splendida cristiana. Oggi possiamo dire che la morte è illuminata dalla vita: quando la fede è così essa è la chiave per il Paradiso”. Accarezza la bara, don Adriano, e la ricorda “sorridente con tutti, ironica, sempre pronta alle battute”. “Faglielo capire ai tuoi familiari – il marito Giovanni, i figli Michele, Camilla ed Elena – che sei ancora qui con loro”, fa tempo a dire poco dopo l’applauso.

C’è una nebbia, per giungere alle Roncole dall’Appennino, che mica te l’aspetti. Sembra catapultata fuori, per un’occasione davvero singolare, da un libro di Giovannino. Troppo semplice dire che si taglia col coltello. Certo è che, alla spicciolata, si infilano in chiesa anche Giovannino e la moglie “Margherita”, don Camillo e Peppone e, a sbirciare tra gli affreschi, anche il Cristo parlante. Ci sono proprio tutti. Vedi, allora, in chiesa personaggi di altri tempi. Con i baffi alla Vittorio Emanuele, col paltò di pannetto verde, i bambini delle scuole, due sindaci del territorio, Michele Brambilla, nuovo direttore della Gazzetta di Parma – Ma Carlotta, Pasionaria non morirà mai, titola il suo giornale, diversi amici giunti anche da molto lontano, chi dalla Svizzera chi da Roma. Lettori, che di Carlotta, assieme al fratello Alberto, avevano imparato ad amare la dedizione per l’archivio e l’autore di quel Mondo Piccolo reso famoso dallo scrittore italiano più tradotto al mondo.

Carlotta, molti anni fa ai tempi degli studi abbandonati di veterinaria, dipinse chi scrive come “uno studente con uno zaino in spalla carico d’ossa”. Ne nacque una intervista particolarmente cara, “Il vero don Camillo sono tanti preti”, pubblicata sulla Gazzetta di Reggio di Bonafini e, prima ancora, un percorso di affetto e amicizia. Per il mensile Tuttomontagna, alla domanda: cosa c’era dell’Appennino reggiano nella vita del padre, la risposta non tardò a giungere: “Giovannino Guareschi, dopo aver frequentato a Potenza il corso per diventare ufficiale di complemento, venne promosso sottotenente nel maggio del 1936 a Modena. Nel luglio dello stesso anno si trovò in un campo militare a Villa Minozzo, dove venne raggiunto da Andrea Rizzoli che gli parlò di un giornale satirico per il quale gli chiese di collaborare. Nell’agosto dello stesso anno a Carpineti – dove aveva una stanza all’albergo – lo raggiunse una lettera di Angelo Rizzoli (padre di Andrea) che gli propose un contratto di collaborazione al Bertoldo. Cesare Zavattini, che aveva avuto modo di conoscere Giovannino Guareschi mentre faceva l’istruttore al Collegio Maria Luigia di Parma, gli voleva bene e amava il suo modo di scrivere e disegnare, aveva segnalato il suo nome a Rizzoli per il famoso giornale che doveva nascere”.

Il saluto del fratello Alberto – che le è stato accanto sino all’ultimo giorno raccontandole i fatti salienti della loro vita nel curare l’archivio di Roncole – è di quelli che fa pensare: “Oggi ha concluso serenamente il suo percorso terreno mia sorella Carlotta riunendosi in cielo ai nostri genitori. Sposa, madre e nonna ammirevole, ha dedicato tutta la sua vita alla famiglia, alle persone che la circondavano e alla cura della memoria di nostro padre. Sono certo che la ‘Pasionaria’ sia già tra le braccia di Giovannino e Margherita”. Esequie Carotta Guareschi (Large)

L’umanità della Pasionaria, la piccola Carlotta immortalata da Giovannino nei suoi racconti, è rimasta indefessa nello scorrere degli anni. Ed è ben emerso dalle parole di Maddalena, una delle figlie di Alberto, che al termine della cerimonia ha letto il racconto “Io ti salverò”, dialogo tra il genitore e la piccola Pasionaria seienne.

“Siamo una famiglia allargata nel segno dei sentimenti”, commenta Alberto nel congedarci dal Club dei Ventitrè. L’affetto dei semplici, attorno, è davvero tanto. “Il che è bello è istruttivo”, avrebbe commentato lei.

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